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E quei briganti neri

Una canzone di origine emiliana, diffusa poi in tutto il nord Italia, parla di cattura, processo e fucilazione di un partigiano.

 

E quei briganti neri mi hanno arrestato

in una cella scura mi hanno portato

Mamma non devi piangere

per la mia triste sorte

piuttosto di parlare

vado  alla morte.

 

E  quando mi han  portato  alla  tortura

legandomi le mani alla catena;

tirate pure forte

le mani alla catena

piuttosto che parlare

 torno in galera

 

E quando mi portarono al  tribunale

dicendo  se  conosco  il mio pugnale;

si  si  che lo conosco:

ha il manico rotondo,

nel  cuore dei fascisti

lo cacciai  a  fondo

 

E quando mi portarono al  tribunale

chiedendo se conosco il mio compare;

si  si  che lo conosco:

ma non dirò chi sia,

io sono un partigiano

non una spia

 

E quando l’esecuzione fu preparata

fucili e mitraglie eran puntati;

non si sentiva i colpi,

i colpi di mitraglia,

ma  si sentiva  un grido, viva l’Italia

Non si sentiva i colpi della fucilazione

ma si sentiva un grido:  Rivoluzione !