Dopo aver combattuto la guerra in Russia, molti ex alpini si trovarono a cantare, con parole italiane, famose melodie russe come ad esempio la canzone d’amore russa dal titolo Katiuscia, di Michail Isakovski, da noi diffusa con il titolo di "Fischia il vento".
La melodia venne diffusa in Italia dagli ex prigionieri russi, catturati in Russia e deportati in Italia. Fuggiti dalle carceri dopo l’8 settembre 1943, solitamente si unirono ai partigiani. Molti morirono in combattimento, per la libertà propria e dell’Italia.
Fischia il vento è la canzone partigiana più
cantata durante la Resistenza; la sua presenza è documentata quasi ovunque.
L’autore del testo è probabilmente Felice Cascione, comandante della II
Divisione d’assalto garibaldina (zona di Imperia).
Fischia il vento, infuria la bufera
scarpe rotte eppur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell’avvenir.
Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui dona un sospir.
Nella notte lo guidano lo stelle
forte il cuore e il braccio nel colpir.
Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta verrà dal partigian
ormai sicura è già la triste sorte
del fascista vile e traditor.
Cessa il vento, tace la bufera (oppure “calma è la bufera”)
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi alfin liberi siam