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- Canzone della GAP

I gruppi di azione partigiana sono l'organizzazione della Resistenza nelle città: a Milano l'attenzione era ovviamente puntata sulle fabbriche e sui tentativi dei tedeschi di trafugare le linee produttive


La G.A.P. quand’è che arriva

non manda lettere né bigliettin

e non bussa alla porta

sei già persona morta

che il popolo ti ha condannà

 

Ingegner della Caproni,

il due gennaio arriva in taxi

tornava con due della Muti

sue guardie personali

e noi lo si va a giustiziar

 

quel traditore d’accordo

con i tedeschi stava

a smantellar la fabbrica

le macchine spediva

tutte in Germania dai Krupp

 

E per salvar le macchine

han fatto sciopero general

il capo reparto Trezzini

e altri sette operai

li han messi a San Vittor

 

E’ stato l’ingegnere a far la spia

ma la pagherà

ci tiene tutti sott’occhio

il povero Trezzini e gli altri

li han fucilà

 

Adesso tocca a lui:

la G.A.P. l’aspetta sotto

sotto a un semaforo

che segna proprio rosso

e adesso si mette a sparar

 

Pesce Giovanni spara

però prima gli grida

“E’ in nome del mio popolo

ingegnere che t’ammazzo

con le tue guardie d’onor”

 

In fabbrica fan retate

torturano la gente

non parla nessun

e trenta operai deportati

li chiudono nei vagoni

piombati diretti a Dachau

 

E’ il 23 d’Aprile

e i tedeschi vanno a minare la fabbrica

vogliono farla saltare

prima di ritirarsi

piuttosto che lasciarla

in mano ai liberatori

 

Ma gli operai sparano

difendono la fabbrica

e salvano le macchine

che sono il loro pane

e molti si fanno ammazzar

 

Adesso siamo liberi

nella fabbrica torna il padron

arriva un altro ingegner

stavolta però è un partigiano

Brigata Battisti, Partito d’Azion

 

Ma ecco al primo sciopero

c’è un gran licenziamento

è stato ingegnere

a cacciar via quei rossi

che la fabbrica avevan salvà

 

Stà guerra di liberazione

domando di cosa ci ha liberà

Ingegnere Padrone e capi

son tutti democratici,

ma a noi ci hanno licenziato

 

addosso ci hanno sparato

in galera ci hanno sbattuto

ma allora per noi operai

la liberazione è ancora da far!