Allegro canto di origine milanese, mosaico di motivi popolareschi che caratterizza il periodo risorgimentale ed in particolare la seconda guerra d’indipendenza. Il tema militaresco è qui sviluppato con simboli ironici, come la polenta, che rappresenta nella canzone la bandiera gialla austriaca; la frase “daghela avanti un passo” significa in realtà “cacciare l’invasore austriaco” ed il termine Gigogin, diminutivo di Teresa, simboleggia l’Italia.
Semmai ce ne fosse bisogno, si può ribadire che l’incontro tra i popoli, la conoscenza dell’altro è un processo in continuo divenire, dolorosamente segnato da periodi di grandi lacerazioni.
Dieses
mailaendisce Lied ist ein Mosaik von Volksmotiven und zeichnte das
Risorgimentos ins besonders den zweiten
Unabhaengigkeitskrieg aus.
Das
militaerische Thema wird mit ironischen Symbolen entwickelt, wie die Polenta,
die der gelben oesterreichieche Flagge verleiht. Der Satz “daghela avanti un
passo” bedeutet “vertreibe den
oesterreichiechen Invasor, und das Wort Gigogin, Spitzname von Theresa,
bedeutet das Italien. Die Begegnung zwischen den Voelkern ist von smertzlichen
Zerreissproben gekennzeichnet.
Rataplan! Tambur io sento
che mi chiama alla bandiera.
Oh che gioia, oh che contento,
io vado a guerreggiar.
Rataplan! Non ho pura
delle bombe e dei cannoni;
io vado alla ventura,
sarà poi quel che sarà.
E la bella Gigogin
col trami lerilerela
la va a spass col so spincin
col trami lerilerà.
A quindici anni facevo all’amore
daghela avanti un passo, delizia del mio cuore
a sedici anni ho preso marito
daghela avanti un passo, delizia del mio cuore
a diciassette mi sono spartita
daghela avanti un passo, delizia del mio cuor.
La ven, la ven, la ven alla finestra,
l’è tu, l’è tu, l’è tutta incipriada,
la dis, la dis, la dis che l’è malada
per non, per non, per non mangiar polenta,
biso, biso, bisogna aver pazienza,
lassà, lassà, lassalà maridà.