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le tessitrici di seta

 

Testo del XII secolo di Chretien de Troyes, musicato da Daisy Lumini. E' l'epoca delle crociate e del feudalesimo. Accanto alle tradizionali forme di sfruttamento economico, legate alla struttura gricola della società, in Francia si affaccia la prima industria manifatturiera. Le tessitrici sono sottoposte ad un durissimo regime, con punizioni atroci e torture. Lo scrittore, un letterato di corte, ha raccolto insolitamente questo lamento di subalterni.

 

Questa seta che filiamo

ogni giorno a tutte l'ore

non è certo per vestire

queste nostre nudità.

Questa seta che tessiamo

che bagnamo col sudore

non ci fa certo arrcchire

ma ci lascia in povertà

 

Noi filiamo a tutte l'ore

gran gomitoli di seta.

Non è l'acqua ma il sudore

che l'arsura ci disseta.

Grandi rotoli di seta

noi tessiamo a tutte l'ore

e ne abbiamo per moneta

non il pane ma il sudore

 

Questa seta che filiamo

ogni giorno a tutte l'ore

non è certo per vestire

queste nostre nudità.

 

Quel ch'è poco la mattina

alla sera è ancora meno

un po' d'acqua e di farina

per dormire un po' di fieno.

Chi si lagna o morde il freno

a morir si predestina

sulla ruota nientemeno

finirà la poverina.

 

Questa seta che tessiamo

che bagnamo col sudore

non ci fa certo arrcchire

ma ci lascia in povertà

 

Manco un soldo ci prendiamo

noi per stè tribolazioni

col lavoro che facciamo

si arricchiscono i padroni.

Si arricchiscono i padroni

col lavoro che facciamo

e fra stenti e umiliazioni

sui telai noi moriamo

 

Questa seta che filiamo

ogni giorno a tutte l'ore

non è certo per vestire

queste nostre nudità.

Questa seta che tessiamo

che bagnamo col sudore

non ci fa certo arrcchire

ma morire in povertà